lunedì 17 novembre 2003

Il lento incedere del Vecchio (Continente)
La straordinaria crescita degli States nel 3° trimestre dell'anno non è stata priva di conseguenze per il resto del mondo: i dati preliminari disponibili evidenziano che il PIL del Giappone è aumentato dello 0,6%, dopo il +0,9 del trimestre precedente, battendo non solo il consensus (+0,4%), ma anche la crescita dell'economia europea. L'Europa, infatti, pur uscendo dalla fase recessiva del 2° trimestre, mostra una dinamica ancora modesta, +0,4% t/t (+0,3% a/a), seppur superiore alle attese (+0,3%).
Alla crescita di tutte le principali economie dell'area (Germania +0,2%, Francia +0,4%, Italia +0,5%) ha fornito un contributo determinante il canale estero, nonostante - è bene sottolinearlo - l'evoluzione sfavorevole del cambio. Il miglioramento delle esportazioni nette riflette l'aumento della domanda mondiale, ma potrebbe anche essere riconducibile ad una debolezza delle importazioni, che segnalerebbe una preoccupante staticità della domanda interna (al momento non sono disponibili i dettagli su questi dati).
In ogni caso la BCE non sarà indotta da questi dati ad un imminente mutamento di politica economica, considerando anche l'assenza di pressioni cicliche sull'inflazione al consumo (che pure sta mostrando maggiore resistenza alla discesa di quanto ipotizzato qualche mese addietro). Stesso dicasi per la Fed, nonostante un quadro congiunturale decisamente migliore. Fra gli ultimi dati USA di rilievo segnaliamo il miglioramento della fiducia dei consumatori secondo l'indice preliminare dell'Univ. del Michigan (da 89,6 a 93,5), ma anche le letture inferiori alle attese della produzione industriale (+0,2%, dal +0,4% precedente) e delle vendite al dettaglio (-0,3%, da -0,4%) del mese di ottobre. Nello stesso mese, infine, inaspettato aumento dei prezzi alla produzione (+0,8% vs. 0,2% atteso).
Il flusso di dati macroeconomici non ha avuto un impatto eccessivo sui mercati finanziari. I bond market sembrano essersi stabilizzati, mentre le Borse si sono portate in prossimità (S&P statunitense) o anche sopra (Dax tedesco) i precedenti massimi, principalmente sulla scorta delle trimestrali societarie. In questo contesto, il vistoso indebolimento del dollaro contro euro e yen pare riconducibile in larga misura al riaffiorare delle tensioni in Medio Oriente dopo gli ultimi sanguinosi attentati.


 





Nessun commento:

Posta un commento

Si può continuare a commentare ed a seguire gli aggiornamenti di questo blog a questo link
http://currao.blogspot.it/

Grazie a tutti, vi aspetto di là!

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

Powered By Blogger