lunedì 20 ottobre 2003

Economia – Beige Book relativamente ottimista, frena lo ZEW tedesco
Il Beige Book della Fed ha confermato la ripresa dell'attività economica, come dimostrano gli ultimi dati, ma ha anche ribadito i punti critici, ovvero il mercato del lavoro e gli investimenti in beni capitali, che ancora risultano deboli.
L'atteggiamento espansivo della Fed per il momento non muta, ma i prossimi interventi dei suoi esponenti, ed in particolare di Greenspan, verranno analizzati in ogni frase ed espressione per cogliere i segnali di un'inversione di politica. Resto dell'idea, comunque, che non se ne parlerà prima del prossimo anno.


Meritano qualche riga anche i dati diffusi in settimana, e mi soffermerei sulle vendite USA al dettaglio.
In settembre sono risultate marginalmente inferiori alle aspettative, ma sono state accompagnate da un'ampia revisione al rialzo per luglio e agosto. Ciò sia per il dato headline (-0,2% in settembre, ma +1,2% in agosto, rivisto dal preliminare +0,6%, e +1,4% in luglio, da +1,3%), sia per il dato core, il meno volatile in quanto esclude le vendite di auto (in settembre +0,3%, inferiore al +0,4% atteso, dopo il +1,2% di agosto, rivisto da +0,7%, ed il +1,2% di luglio, rivisto da +1%).
Insomma, nel terzo trimestre del 2003 le vendite al dettaglio sono risultate senz'altro robuste, basti pensare che il dato core ha registrato il maggior incremento trimestrale dell'ultimo decennio, in grado altresì di imprimere una notevole accelerazione ai consumi ed al PIL del trimestre (intorno al +6%!).
Una lettura critica dei dati, tuttavia, non può prescindere dal ricordare che le famiglie hanno effettuato tanti acquisti in questi ultimi mesi beneficiando degli incentivi fiscali decisi dall'Amministrazione Bush e che quindi i prossimi dati potrebbero risultare meno brillanti. Senz'altro vero, ma se l'economia continuasse a migliorare, soprattutto sul fronte occupazionale, anche nel 2004 i consumatori potranno continuare a fare la loro parte per fare viaggiare ad un buon ritmo la "locomotiva" statunitense.


Ed uso quel termine virgolettato, da un po’ assente dai commenti economici, perché ritengo riavviata solamente l'economia USA, quelle europee (e giapponese) restano indietro, gravate, fra l'altro, dalla forza dell'euro (e dello yen). Ritengo questo, e lo dimostrano anche diversi recenti dati congiunturali (come il deludente –0,9% m/m e –1,8% a/a della produzione industriale francese in agosto), ma al contempo segnalo che qualche cosa si sta movendo, e che almeno le aspettative degli operatori appaiono improntate ad un cauto ottimismo. Si veda, da ultimo, l'indice ZEW tedesco, che dopo aver raggiunto il picco degli ultimi 14 mesi in settembre (60,9) ad ottobre ha leggermente frenato (60,3). Se si tratta di una stabilizzazione dell'indicatore (peraltro altamente correlato con il più importante, e noto, indice IFO) o dell'inizio di una nuova discesa (come nel 2002) è presto per dirlo. Semmai si può dire che la fiducia per il momento non è stata troppo minata dai prevedibili effetti negativi del rafforzamento dell'euro.


Mercati – Borse sui massimi, bond in difficoltà e recupero del dollaro
Dopo la correzione dei mercati azionari nella seconda metà di settembre, da inizio ottobre si è registrato un forte recupero, che nell'ultima settimana ha consentito di riavvicinare i massimi dell'anno, se non di ritoccarli (è il caso degli indici USA).
Principale sostegno della crescita dell'equity in questo momento è stato l'avvio più che positivo del reporting societario relativo al terzo trimestre dell'anno. Nei trimestri passati le società si erano attrezzate a superare la crisi tagliando i costi ed incrementando la produttività: ora che la crescita economica si dimostra in termini di maggiori vendite realizzate, il vantaggio a livello di bottom line è immediato. Senza contare che i profitti beneficiano ancora di un favorevole effetto-confronto con il 2002. Resta, in ogni caso, l'estrema importanza della crescita degli utili, essendo questa cruciale per il riavvio degli investimenti aziendali e delle assunzioni (in ultima analisi, del circolo virtuoso necessario per ottenere una solida crescita dell'economia).


Come da copione, salgono le Borse e scendono i corsi obbligazionari, con i rendimenti ritornati sui livelli di un mese fa. Insomma, la ripresa di settembre sembra già da archiviare come una pausa tecnica del downtrend avviato in giugno, che, a mio parere, spingerà progressivamente i tassi decennali almeno fino al 5% (dall'attuale 4,30% circa).

Nell'ultima settimana, per concludere, si è osservato un lieve recupero del dollaro, sceso nell'intraday sotto 1,16 contro euro e sopra 110 yen. Torna un po’ di razionalità dopo il sell-off seguito all'incontro dei G7 (v. anche il commento del 17/10)?






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