lunedì 13 ottobre 2003

A partire da questa settimana pubblicherò un breve commento sull'andamento di economia e mercati, sperando che possa essere, se non proprio utile, almeno d'interesse per il mio gradito ospite.


Economia


Il calendario di dati macroeconomici negli ultimi giorni è stato povero di spunti. Per l'Eurozona è stato confermato il –0,1% di crescita nel 2° trimestre dell'anno (dopo 1° trim. a crescita zero!). Qualche segnale incoraggiante è provenuto dalla Germania: in agosto la produzione industriale è risultata ancora in discesa (-2,5%), ma gli ordini sono finalmente tornati ad aumentare (+0,6%). In settembre, inoltre, la disoccupazione tedesca è risultata in lieve calo (10,5%, dal 10,6% di agosto). Negli USA, dopo le indicazioni positive sull'occupazione e dagli indici ISM, da segnalare solamente che le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono risultate ancora in calo (da 405 mila a 382 mila) e che il disavanzo della bilancia commerciale ha registrato un lieve miglioramento in agosto (da $ 40 miliardi a $ 39,2 miliardi): primi effetti dell'indebolimento del dollaro?


Mercati


Ed è infatti ancora il dollaro il vero protagonista della settimana sui mercati finanziari: ancora in caduta libera nei confronti dello yen (sfondata la soglia di 110, con la Banca del Giappone incapace di difenderla) e, di riflesso, dell'euro (raggiunta l'area 1,185, nella totale indifferenza, persino dichiarata, da parte della BCE). I cross sembrerebbero lanciati verso nuovi massimi (100 per lo YEN/USD e 1,25 per l'USD/EUR), ma è ipotizzabile che questo trend duri a lungo? O dobbiamo attenderci un'inversione, probabilmente anche brusca? L'unica certezza, a mio giudizio, è che l'economia mondiale non può avvantaggiarsi più di tanto di un dollaro troppo debole, in particolare quando le altre macro-aree di riferimento, ovvero Europa e Giappone, risultano ancora strutturalmente molto deboli e probabilmente incapaci di consolidare in autonomia adeguati ritmi di crescita per i prossimi trimestri.


La lettura dei dati sull'occupazione USA ha avuto un effetto positivo per i mercati azionari, che hanno interrotto la fase di correzione delle settimane precedenti, e negativo per i bond, con i rendimenti in rialzo lungo tutto l'arco di scadenze temporali. Attenzione alla stagione del reporting societario del 3° trimestre: se, come probabile, gli utili saranno in linea o anche superiori alle attese di consensus non mi stupirei di vedere nuovi massimi sull'equity entro fine anno, con S&P oltre 1.100 e Nasdaq oltre 2.000 (a seguire tutte le altre Borse, compreso la nostra). Il trend sembra questo e, come dicono gli analisti tecnici, "trend is your friend", quindi…


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